In città/In the city

Il cuore di Caltanissetta è Piazza Garibaldi, dove confluiscono il Corso Umberto I e Vittorio Emanuele e dove sorgono alcuni dei principali monumenti cittadini.

Come arrivare:

In auto: il parcheggio più vicino è quello ACI di via Medaglie d’oro.
In autobus: la fermata più vicina è quella di Corso Vittorio Emanuele (autolinee SCAT, capolinea piazza Roma)

La Cattedrale di S. Maria la Nova

Nata ai confini della città nel 1539 come Cappella dell’Immacolata Concezione, la Cattedrale fu costruita a partire dal 1570 con la collaborazione del popolo. Nel 1662 venne aperta al culto come nuovo Duomo, al posto di Santa Maria la Vetere. Tra il 1718 e il 1720 vennero realizzati gli affreschi della volta della navata maggiore e della parete di fondo ad opera di Guglielmo Borremans, artista giunto da Anversa nel 1714, il quale si fermò a Caltanissetta e dipinse moltissime opere, tra cui il ritratto del benefattore Don Raffaele Riccobene, che aveva pagato gli affreschi e la pala dell’altare maggiore, raffigurante l’Immacolata Concezione. Don Raffaele Riccobene, per testamento, lasciò anche un’ingente somma per completare le decorazioni interne e, nel caso in cui fossero rimasti dei soldi, per il prospetto esterno. I lavori per il prospetto e l’innalzamento del campanile sinistro iniziarono nel 1782 e si conclusero con la costruzione del campanile destro nel 1856.  Nel 1922 iniziarono i lavori di ampliamento con la costruzione del transetto e dell’abside con la cupola, ma i lavori vennero bloccati a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale; purtroppo a causa del bombardamento degli alleati del 1943, parte della volta affrescata venne distrusse. I lavori ripresero subito dopo e vennero conclusi nel 1946, tra cui il rifacimento della stessa volta.

A croce latina, è spartita in tre navate da quattordici arcate, ciascuna dedicata ad un personaggio dell’Antico Testamento.

Palazzo Moncada

Palazzo Moncada (noto anche come palazzo Bauffremont) è un palazzo storico, appartenuto alla famiglia Moncada del ramo dei principi di Paternò.

Sorse attorno al 1651 per volontà del principe Luigi Guglielmo I Moncada, feudatario anche della contea nissena, su progettazione dell’architetto palermitano Carlo D’Aprile.Rimasto incompiuto  a causa delle vicissitudini politiche siciliane che riguardarono lo stesso principe di Paternò, nel 1778 l’edificio divenne sede di un orfanotrofio, e dopo il 1892 ospitò la sede della Corte d’appello del Tribunale della città nissena[2].

Nel 1915 fu acquistato dalla principessa Maria Giovanna di Bauffremont, la quale lo privò del suo uso residenziale e vi fece costruire un’ampia sala con galleria in stile liberty, che fu adibita alla rappresentazione di spettacoli teatrali. Nel 1938 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Trigona della Floresta ed in seguito adibito, con la costruzione di una sala all’interno del cortile, alla rappresentazione di spettacoli cinematografici e teatrali, con il nome di cineteatro “Trieste”. Tuttora ottempera a questo ruolo, ma dal 2009 il nome di cineteatro “Bauffremont” è stato sostituito con multisala “Moncada”.

Costruito in stile architettonico barocco con influssi rinascimentali, il palazzo ha pianta quadrangolare, è elevato su tre livelli ed occupa un ampio isolato. Il prospetto si presenta incompleto, in particolare nel piano nobile.

Dal 2010  nuove sale dell’edificio ospitano una galleria d’arte, per ospitare mostre di vario genere ed eventi estemporanei. Qui sono presenti due mostre permanenti: una sugli antichi signori di Caltanissetta, i Moncada appunto, e l’altra dedicata al grande scultore nisseno Michele Tripisciano e al suo museo.

L’Abbazia di Santo Spirito

Il luogo in cui oggi sorge l’Abbazia Normanna di Santo Spirito era luogo di culto già in epoca bizantina. Fatta di spessi muri, attrezzata di feritoie, di una torre quadrangolare e di una porta con fessura della saracinesca, l’Abbazia, risalente al 900 d.C., rivela il suo passato di casale fortificato edificato dagli arabi a presidio del territorio.

Il grande deposito del grano, situata tra la parete esterna del casale e la torre, è stato riadattato e mutato in chiesa per disposizione di Ruggero il Normanno che, nel 1092, la volle trasformare in un´abbazia degli agostiniani, centro per l’evangelizzazione dei musulmani residenti nelle campagne. Fu consacrata nel 1153, mentre era feudatario di Caltanissetta Goffredo Licio di Montescaglioso. È a navata unica e custodisce reperti storici molto importanti, come il fonte battesimale a immersione, scavato in un unico blocco di pietra arenaria e decorato con le palmette tipiche della cultura musulmana, un calice di stagno dei primi secoli dell’era cristiana, un’urna cineraria dell’epoca romana, una statua della Madonna delle Grazie del XVI sec., in terracotta policroma, la più antica raffigurazione mariana di Caltanissetta. Il Crocifisso dello Staglio, tempera grassa su tavola, è l’opera più preziosa. Sulle pareti di pietra sono visibili affreschi tardo-quattrocenteschi: “Il Cristo benedicente”, “Lo studio di Sant’Agostino” e “La messa di San Gregorio”.

Il Museo Diocesano

Scrigno di bellezza nel cuore della città, il museo diocesano di Caltanissetta è posto al piano terra del monumentale palazzo del Seminario vescovile dei chierici, edificato su progetto dell’architetto Luigi Greco tra il 1901 e il 1912. Il museo custodisce ed espone in dieci sale e due gallerie più di 500 opere d’arte datate dal XV al XXI secolo – dipinti, sculture, argenti, vesti liturgiche e manufatti d’arte applicata – di pregevole valore artistico, che rivelano e narrano la cultura del territorio.

La Chiesa di Sant’Agata al Collegio

Sul finire del 500, Donna Luisa Moncada e suo figlio Francesco invitarono in città l’Ordine dei Gesuiti e  fecero edificare la chiesa dedicata a sant’Agata ed il relativo collegio. La facciata della chiesa risale al Seicento, tranne il portale del Marabitti, del Settecento, che è stato realizzato in pietra bianca, a contrasto con il materiale del resto della facciata, in pietra di Sabucina e pietra arenaria rossa. La chiesa ha pianta a croce greca, con quattro bracci di uguale lunghezza e quattro cappelle laterali. L’interno è rivestito da lastre di marmo o di stucco a imitazione del marmo, dove ricorre la sigla “IHS”, identificativa dell’ordine gesuitico.

MuDe Museo del Design

Sosta Visiva nasce nel 2016 come spazio d’arte all’interno dello showroom di Arredi Di Buono. La maggior parte degli oggetti esposti fanno parte della collezione privata della famiglia Di Buono. La collezione è cresciuta grazie alla ricerca e alla passione di Liborio Di Buono, curatore del museo, fino a diventare uno dei più importanti musei del design in Italia. All’interno si possono ammirare molti degli oggetti iconici di Vico Magistretti, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Marco Zanuso. Una sezione è dedicata ai maestri dell’architettura razionalista del ‘900: Le Courbusier, Mies Van de Rohe, Charles Eames, Gerrit Rietveld.